Jonathan Safran Foer, MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO
Jonathan Safran Foer, Molto forte, incredibilmente vicino (Giovedì 8 giugno 2023 )
Foer è stato tra i primi a scrivere una storia a partire dall’attentato dell’11 settembre al World Trade Center e lo ha fatto raccontando il punto di vista, le emozioni, il dolore di un bambino che in quella tragedia ha perso l’amatissimo padre.
Il libro racconta in realtà due storie che si alternano: quella di Oskar Schell, un bambino di nove anni, e quella dei suoi nonni paterni. Oskar patisce un dolore incolmabile: ha perso il padre adorato, Thomas Schell, nell'attentato alle torri gemelle. E’ un bimbo sveglio e stracolmo di creatività, fantasia, sensibilità, curiosità ed intraprendenza: frugando nel ripostiglio del padre, dentro ad un vaso trova una chiave con una scritta: Black. Si mette a cercare tutti i Black di New York per sapere a chi appartenga e cosa apra. Organizza i nomi in un elenco, divisi per quartieri e comincia a far visita ad ognuno di loro. Cosa cerca Oskar? Un messaggio nascosto che il padre gli avrebbe lasciato, e questa ricerca per lui è il modo per tenere in vita il padre, il suo ricordo, poiché vuole credere a tutti i costi che quella sia ancora una volta un’avventura tra loro due, come le tante vissute insieme in un rapporto intenso e profondo.
Più complesso l'intreccio della storia dei nonni. Oskar vive con la madre Linda e la nonna, la madre di Thomas, emigrata in America dalla Germania poco dopo la fine della seconda guerra mondiale e rimasta sola a crescere un figlio che il padre non aveva voluto nemmeno conoscere, fuggendo per paura di non essere capace di paternità e forse nemmeno di vivere.
Quando troverà tra l'elenco delle vittime delle torri il nome del figlio, si ripresenterà alla porta della moglie.
Nel romanzo vengono affrontati temi complessi come la perdita, il lutto, i rapporti familiari, ma soprattutto il legame padre-figlio. Il fattore scatenante, la tragica morte del padre, provoca da un lato la distruzione della famiglia di Oskar, dall’altro il riavvicinamento alla stessa famiglia da parte del nonno.
Nella narrazione si intrecciano, attraverso tre diversi punti di vista (Oskar, la nonna e il nonno) tutti i loro vissuti, carichi di rimpianti, ricordi, lettere mai spedite, e allo stesso tempo di momenti felici.
Questa scelta stilistica rende arduo il procedere nella lettura: al linguaggio verbale si alterna quello non verbale e multimediale degli scatti fotografici, delle sovrapposizioni di caratteri tipografici, del colore rosso a cerchiare gli “errori”… e tutto questo per un numero considerevole di pagine che ha di fatto allontanato buona parte del gruppo. Chi è riuscito a superare gli ostacoli e si è appassionato alla vicenda fino all’ultima pagina, ha apprezzato questa singolare opera di un autore indubbiamente originale e conosciuto ai più per “Ogni cosa è illuminata”, anche se oggettivamente meno sperimentalismo e meno pagine avrebbero reso il libro più convincente.
I lettori hanno amato in particolare il piccolo Oskar, personaggio indimenticabile con le scarpe pesanti quando si sente triste e si veste di bianco passando il tempo a immaginare rivoluzionarie invenzioni o improbabili cacce al tesoro, lui che ama la scienza e la logica in un mondo pieno di caos, ed è sempre estremamente curioso e a caccia di indizi. Oskar ha pochi amici, un carattere riflessivo, ama la compagnia degli adulti, passa molto tempo con la nonna, devolve tutto il suo affetto al cane Buckminster, ha un tamburello che suona di continuo per esorcizzare le numerose paure e un quaderno con “Le cose che mi sono accadute”.
La sua più importante caccia al tesoro lo porta ad immaginare se si potesse tornare indietro, fino al momento in cui qualcosa si è rotto, e aggiustare il destino, trattenerlo come i ganci che provarono a trattenere il sesto distretto di New York, almeno nelle leggende metropolitane, mentre invece tutto va avanti. Si sarebbe potuto fare, dire, pensare e invece si son prese altre vie. Eppure la vita non è che spostare anche un solo granello di sabbia per cambiare il deserto e dalle esperienze che vorremmo non fossero mai accadute tutto si muove come piccole onde verso altro. E dunque in questo libro si parla dell’ 11 Settembre, ma non solo. Si parla soprattutto della vita, delle relazioni, di com’è difficile crescere per un bambino particolare come Oskar, piccolo Ulisse sensibile e geniale in un mondo ostile.